martedì 7 aprile 2009

il viaggio, c.baudelaire

Per il fanciullo che di mappe e stampe
è appassionato, l'universo è pari
alla sua brama illimitata. Il mondo
come è grande alla luce delle lampade,
e com'è, invece, agli occhi del ricordo,
meschino! Noi partiamo all'alba, colmo 
il cervello di fiamma, il cuore gonfio
di rancore e di amari desideri,
e andiamo sul finito degli oceani
cullando l'infinito nostro, l'onda
seguendo nel suo ritmo: lieti, gli uni,
di fuggire una patria infame, gli altri,
l'orrore della loro terra, ed altri,
astrologhi annegati dentro gli occhi
d'una donna, i profumi perigliosi
di una Circe tirannica. Si inebriano
di luce, spazio e di infuocati cieli
per non esser mutati in bestie; il gelo
che li morde e i soli che li abbronzano
lentamente cancellano le tracce
dei baci. Ma può dirsi un viaggiatore
solo chi parte per partire: lieve
ha il cuore a somiglianza del pallone,
non si allontana mai dal suo destino,
senza sapere perché dice:partiamo!
E colui che possiede desideri
che hanno forma di nuvole, e chi sogna
-come il coscritto il suo cannone-immense
ignote e varie voluttà, il cui nome
non ha saputo mai l'umano spirito.

 

Nessun commento:

Posta un commento